categorie: diventare cittadini

I valori non negoziabili

Le assemblee regionali, quelle che stiamo per rieleggere, non possono approvare né eliminare le leggi dello Stato; possono favorirne o meno l’applicazione, possono varare altre leggi e soprattutto fare in modo che a guidare le scelte per l’amministrazione dei territori sia la buona politica per le cittadine e i cittadini, siano essi bianchi, gialli e anche rossi.

Quella politica buona vede due persone mano nella mano e ha il dovere di accompagnarle nella vita comune, se lo vorranno: come siano assortiti i sessi tra loro non può e non deve riguardare la legge. Perciò mi batterò perché nella regione Lazio si  riconoscano presto le unioni di fatto.

La politica buona vede i bambini tutti uguali; a ciascuno di loro sa parlare nella lingua dell’accoglienza, sapendo che insieme comporranno città varie e curiose di esplorare altri mondi. Per questo a loro, ai loro genitori, vanno riconosciuti diritti, oltre che richiesti doveri: il diritto di essere cittadini e di votare nel luogo in cui vivono, anzitutto.

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La buona politica riconosce la sofferenza e capisce quando deve arrestarsi davanti alla soglia di una persona morente; consentire a ciascuno di noi di scrivere il proprio testamento biologico è il modo per la politica di essere con le persone, non sopra di esse.

La buona politica sostiene i cittadini nelle loro libere scelte e determina i valori non negoziabili per il bene della propria comunità. Per questo l’appello al voto del cardinal Bagnasco è irricevibile. Perché chiunque pretenda di imporre la visione sua, o della sua Chiesa, sul corpo di tutti (ma specialmente di tutte), fingendo di ignorare la reale condizione umana e calpestando le decisioni già assunte dai cittadini, ecco, chiunque faccia questo, sappia che le leggi dello Stato non si cambiano dal pulpito, che le cittadine e i cittadini italiani sanno distinguere la religione dalla politica e che il voto, in questo Paese, è ancora un voto libero.

Un rinascimento politico nel Lazio

Questo è il titolo che Loretta Napoleoni ha dato a un suo intervento del 14 gennaio (pubblicato sul suo blog e poi ripreso da numerose altre testate d’informazione), spiegando le ragioni per cui avrebbe dato continuità all’impegno cui era stata chiamata da un gruppo di cittadini che le avevano chiesto di partecipare alle primarie della coalizione di centro-sinistra nel Lazio.

La “chiamata” a Loretta è stata realizzata attraverso un gruppo nato su Facebook e qui continua a operare un nuovo gruppo, raccoltosi attorno allo stesso titolo dell’articolo, che riflette e produce analisi sul territorio della regione Lazio e si prepara a organizzare e rendere visibili le proposte di una rete di cittadini accomunati dall’intento di rinnovare profondamente il sistema politico.

Loretta ha quindi intenzione di non mollare, e ne spiega le ragioni in questa intervista di cui si può leggere il testo più in basso.

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LUISA
Allora, ciao Loretta. Con me c’è Loretta Napoleoni, con la quale vogliamo discutere un po’ della situazione della regione Lazio e della ragione per la quale insieme ad altri amici, nel momento in cui si presentava l’opportunità di svolgere le primarie nel Lazio per scegliere il candidato o la candidata governatrice della regione, un gruppo di amici, tra cui la sottoscritta, hanno proposto il nome di Loretta perché pensavamo che questo fosse un buon modo per smuovere il sistema politico e introdurre una dinamica nuova nella scelta delle persone che potessero svolgere questo compito. E quindi adesso io chiedo a Loretta di sintetizzare ancora una volta la ragione per cui lei avrebbe accettato di competere in questa possibilità delle primarie.

LORETTA
Bene, grazie Luisa. Dunque, io ho accettato perché per prima cosa mi è stata fatta quest’offerta da un gruppo di Facebook, quindi da un gruppo che veniva dalla base della piramide elettorale. La mia idea era di organizzare un gruppo di esperti, di chiamare ad aiutarmi in quest’avventura dei professionisti. E questo non perché non credo nella figura del politico in generale, ma semplicemente perché io sono convinta che siamo arrivati a un punto, in Italia ma anche in molti altri paesi dell’occidente, in cui c’è bisogno di una pausa in questa corsa della politica nella quale si inserisce un elemento di alta professionalità per rimettere un po’ le cose in ordine.

LUISA
Questo che tu poni, Loretta, sicuramente è uno dei problemi grandi. Forse enfatizzare il termine “società civile” non è neanche completamente giusto. D’altra parte uno degli aspetti più negativi attraverso cui si manifesta questa chiusura e crisi profondissima della politica, anche a mio parere dipende dal fatto che la politica non ha nessun interesse a rinnovarsi, a far entrare risorse nuove al suo interno. Noi abbiamo appunto una quantità di “professionisti della politica” che sono sulla scena da decenni e che continuano ad essere sempre gli stessi. A conclusione provvisoria di quest’esperienza delle primarie Loretta ha scritto un documento che è stato pubblicato anche sulla stampa che si intitola “Per un Rinascimento politico nella regione Lazio”. Ce lo spieghi meglio, Loretta?

LORETTA
Sì, dunque, l’idea è di non abbandonare la lotta politica semplicemente perché non ci sono state le primarie o perché magari uno non viene eletto, ma di continuare questo discorso verso un rinnovamento politico che sia un rinnovamento che nasce dalla base, dalla società civile. Non c’è più contatto reale tra la classe politica e l’elettorato. Quindi l’idea di fondo è tornare a parlare con l’elettorato, di tornare alla base di questa società civile e attraverso l’interazione con la società civile tirare fuori una nuova formula per la politica che, come dicevo prima, deve essere una formula basata sulla professionalità di chi decide di prendersi la responsabilità di essere un politico per un determinato periodo di tempo chiaramente non illimitato. E tornare a considerare questo mandato come un dovere, non più come una sorta di diritto.

LUISA
Sono molto molto d’accordo con le cose che diceva Loretta. Una delle idee sulle quali stiamo ragionando è infatti quella di costruire una rete di persone che intanto inizino anche a produrre dei materiali da mettere a disposizione per tutti i coloro che – e siamo fondamentalmente donne per il momento che stiamo lavorando a questo progetto – si vorranno impegnare in questa operazione di riforma della politica che però sa di aver bisogno, oltre che dell’entusiasmo, della passione, della voglia di cambiare quanto in questo paese non funziona, ma anche di ricominciare a studiare, a conoscere profondamente le cose. Forse su questo ti potrei chiedere ancora di dire qualcosa.

LORETTA
Sì, dunque, io penso che bisognerà organizzarsi in modo tale da individuare le aree più importanti. Al momento io sono convinta che le aree più importanti nel futuro, ma anche oggi, siano da una parte la sanità, dall’altra parte l’ambiente, che in realtà sono due aspetti che si relazionano tra loro. E quindi, focalizzarsi su questi aspetti, creare dei gruppi di ricerca sempre a livello di società civile, sempre a livello di iniziativa volontaria di chi vuol far parte di questo gruppo di lavoro e studiare questi aspetti facendo delle proposte concrete. Una volta che abbiamo queste proposte concrete, usare queste proposte concrete per contrastare in un certo senso quelle che sono le politiche che vengono portate avanti nel Lazio, ma anche in Italia, da una classe politica che purtroppo ha perso completamente il contatto con la base della società civile. E usare queste proposte per spingere questa classe politica a prendere in considerazione alternative che sono più vantaggiose per chi nel Lazio ci vive quotidianamente senza invece gestirlo. Noi rischiamo di trovarci in una situazione ancora più seria se non ci mobilitiamo oggi. Purtroppo questo è un momento storico in cui c’è bisogno che la società civile torni a far sentire la propria voce e torni a prendere le redini della gestione della propria vita.

LUISA
Torniamo per un momento alla situazione nel Lazio come esempio. Come sai io ho scelto come uno dei terreni fondamentali della mia campagna elettorale quello della lotta contro il partito trasversale degli affari e in particolare battendomi contro una delle manifestazione di questo partito trasversale degli affari che è quella degli investimenti nel campo della gestione dei rifiuti. Se noi scegliamo però, come dicevi tu di mettere al primo posto la salute, le modalità per effettuare risparmio nella spesa pubblica, noi automaticamente facciamo fuori queste scelte. Allora ci vogliono politici che nel fare scelte di questo tipo immediatamente si mettano in rapporto con i cittadini e chiedano ai cittadini finalmente “Ma voi, cosa volete?”.

LORETTA
Certo. Secondo me questo qui è un discorso fondamentale. Guardando un po’ alla piramide dell’ambiente il rifiuto è la parte più bassa. Iniziamo da lì e poi man mano saliamo fino al livello dell’energia. Chiedere alla gente quali sono le proprie esigenze, dimenticarsi questo aspetto degli affari e quindi dell’elemento dell’economia criminale che poi è intrinsecamente legato da sempre al mercato dei rifiuti, come lo è al mercato delle costruzioni – sono settori dov’è facile questa penetrazione – e fare una politica che tenga presente il mantenimento, la difesa ma anche la rinascita dell’ambiente. Io non credo che sia difficile, ci sono tantissimi esempi in giro per il mondo di regioni che l’hanno fatto. Quindi, come l’hanno fatto gli altri lo possiamo fare noi. Però ci vuole una volontà politica.

LUISA
Mi pare che per ora ci possiamo fermare qua. Io ti ringrazio molto, Loretta, torno a fare campagna elettorale.

LORETTA
Arrivederci.

Tor Vergata e l’aria che si respira a Roma

Pochi giorni fa avevo scritto della visita del Presidente Napolitano a Tor Vergata e dell’intervista in cui ha affermato che nell’Ateneo si respira una bella aria, diversamente dalla bolgia che alligna altrove.

In molti ci siamo stupiti e ribellati a questa lettura del Presidente della Repubblica che ignora, o finge di ignorare, il clima che davvero si respira nelle università e nella città di Roma.

L’ultimo terribile esempio di tale situazione è quanto accaduto a Tor Vergata lunedì mattina a margine di un convegno organizzato dal “Comitato solidarista Popoli” (fondatore Franco Nerozzi*), vicino ai gruppi di “Casa Pound” e “Blocco studentesco”. Il convegno, finanziato tra i programmi culturali dell’Ateneo, era stato contestato dagli studenti del “Collettivo Lavori in corso”, i quali si apprestavano a fare un volantinaggio contrario all’iniziativa fuori dal Rettorato e dalla facoltà di Giurisprudenza, dove il convegno era in corso.

Prima ancora di iniziare il volantinaggio, gli studenti sono stati accerchiati e aggrediti da un gruppo di circa cinquanta attivisti delle organizzazioni neofasciste: inseguiti, colpiti a cinghiate e feriti pesantemente**.

Il Presidente Napolitano dovrebbe informarsi: questa è l’aria che respirano troppo spesso gli studenti e i cittadini di Roma e non aiutano certe affermazioni e decisioni che fanno apparire legittime tutte le posizioni, anche quelle che la nostra Costituzione ha dichiarato fuori legge.

Aggressioni e atti violenti in questa città si contano con sempre maggiore frequenza; a farne le spese sono giovani, gay, immigrati, coloro che agli occhi di alcuni rappresentano una diversità inconciliabile, una ricchezza incomprensibile, una gioia di vivere lontana mille miglia dalle parole e dalle azioni intolleranti, razziste e fasciste che saturano l’aria che Napolitano non ha respirato.

*****

Aggiornamenti del 13.10.2010.

* Franco Nerozzi, differentemente da quanto avevo inizialmente scritto, fu arrestato e poi rinviato a giudizio dalla procura di Verona per reati quali l’associazione con finalità di terrorismo internazionale, l’eversione dell’ordine democratico, la violazione della legge sui mercenari. Nel maggio del 2005 Nerozzi patteggiò la pena a un anno e dieci mesi di reclusione (non una condanna, come avevo scritto, anche se il patteggiamento non è un’assoluzione).

** In seguito agli avvenimenti di marzo a Tor Vergata, 7 studenti erano stati posti agli arresti domiciliari nel mese di aprile e rilasciati dopo 14 giorni in seguito alla sentenza del Tribunale del Riesame. Caduta l’imputazione per rissa aggravata (che metteva sul medesimo piano aggrediti e aggressori), c’è da augurarsi che ora vengano perseguiti i responsabili delle lesioni personali ai danni di cinque studenti dell’Ateneo.

Agcom taroccata e altri misfatti

Che il conflitto di interessi pesi come un macigno sulla nostra libertà d’informazione lo sapevamo.

Che Berlusconi veda alla Tv di Stato come una costola di Mediaset l’abbiamo compreso.

Che di signore e signori pronti a obbedire per tre (quattro, va’) denari siano lastricate reti televisive e stampa italiane è sotto gli occhi di tutti.

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Che il presidente del consiglio e i suoi degni compari si taglino le leggi addosso come gli fa più comodo, per evitare i processi e rendersi diversi dagli altri cittadini, lo stiamo vedendo.

Che i degni compari siano spesso degli azzeccagarbugli incapaci, che a volte le leggi express non riescono a salvare, lo dimostra l’esclusione della lista del Pdl dalle prossime elezioni regionali nel Lazio.

Che la Rete, l’unico spazio dove ancora è possibile esprimere liberamente il pensiero, sia oggetto di un attacco senza pari da parte degli uomini del presidente, è un altro dei misfatti dei nostri tempi.

Non sarà finita qui, ma ce n’è abbastanza per ribellarsi, che ne dite?

Appuntamento dunque qui:

Reggio Calabria ore 15 piazza Garibaldi
Roma ore 14 piazza del Popolo
Bologna ore 14 piazza XX settembre
Palermo ore 16 via Principe di Belmonte
Torino ore 15 piazza Castello davanti al Palazzo della Regione
Londra ore 14-18 presso 10 Downing Street (Gordon Brown’s Office)
Milano ore 14 piazza Mercanti angolo Duomo
Bruxelles ore 11 davanti all’Ambasciata Italiana in Rue Emile Claus 28
Trento ore 10-18 in via Belenzani tra la chiesa e via delle Orne
Parigi da definire luogo e orario
Siracusa ore 18 davanti Tempio di Apollo
Parma dalle 15 alle 20 la Festa democratica del Popolo Viola in piazza della Steccata
Monaco di Baviera dalle 14 alle 18 a Karlsplazt Stachus sul lato della Karlstor

Mentre ero a Piazza del Popolo con i soliti quattro gatti…

L’aria che piace al Presidente Napolitano

Il Presidente della Repubblica, in visita a Tor Vergata, ha detto, compiaciuto: “Qui si è respirata una bella aria, altrove c’è la bolgia“.

Non so a cosa si riferisse Napolitano, non avrei comunque potuto saperlo.

La conferenza per il 150 anno dell’Unità d’Italia alla quale il Presidente è intervenuto, organizzata dalla Facoltà di Lettere dell’Università presso cui insegno da cinque anni, era infatti riservata ai soli invitati, ai docenti ordinari e senatori accademici dell’Ateneo.

Preclusa quindi ai docenti a contratto, ai ricercatori, agli studenti. Anzi, la Facoltà per l’occasione è stata proprio chiusa a tutti coloro che la animano quotidianamente, le persone che rendono le università quei luoghi aperti alla ricerca, alla condivisione e produzione del sapere.

Forse al Presidente farebbe bene una maggiore disponibilità all’incontro e al confronto con i giovani che dovrebbero rappresentare il futuro del nostro Paese.

Nel video qui sotto la visita di Napolitano all’Università della Calabria l’anno scorso. Anche in quella occasione, nella platea tanti politici e accademici…

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Io non stamperò né attaccherò manifesti elettorali

A dir la verità non li ho mai sopportati, quei faccioni che incombono sui marciapiedi e all’ennesimo strato sembrano volerti sopraffare.

Quello visibilmente ritoccato della signora di mezza età, quello con il bambino in braccio, quell’altro che ammicca a farti complice di chissà quali segreti: tutti con la comune caratteristica di essere simboli dello sperpero di quattrini tipico dell’attuale panorama politico.

Un orrore, anche quando sono incollati negli spazi regolari.

Se poi vengono piazzati in ogni dove, contravvenendo alle leggi e imbrattando le nostre città e paesi, ben vengano i “cittadini stacchini”: iniziativa encomiabile partita da alcuni blog (06blog.itDegrado Esquilino, Riprendiamoci Roma) che ha riscosso successo e sollecitato finalmente l’intervento del Comune. Staremo a vedere, noi continuiamo a vigilare, fotografare e… staccare.

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Anche perché, nel frattempo, dentro il decreto “mille proroghe” alcuni parlamentari della Lega hanno infilato un emendamento per evitare la multa a chi attacca negli spazi abusivi.

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