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Agcom taroccata e altri misfatti

Che il conflitto di interessi pesi come un macigno sulla nostra libertà d’informazione lo sapevamo.

Che Berlusconi veda alla Tv di Stato come una costola di Mediaset l’abbiamo compreso.

Che di signore e signori pronti a obbedire per tre (quattro, va’) denari siano lastricate reti televisive e stampa italiane è sotto gli occhi di tutti.

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Che il presidente del consiglio e i suoi degni compari si taglino le leggi addosso come gli fa più comodo, per evitare i processi e rendersi diversi dagli altri cittadini, lo stiamo vedendo.

Che i degni compari siano spesso degli azzeccagarbugli incapaci, che a volte le leggi express non riescono a salvare, lo dimostra l’esclusione della lista del Pdl dalle prossime elezioni regionali nel Lazio.

Che la Rete, l’unico spazio dove ancora è possibile esprimere liberamente il pensiero, sia oggetto di un attacco senza pari da parte degli uomini del presidente, è un altro dei misfatti dei nostri tempi.

Non sarà finita qui, ma ce n’è abbastanza per ribellarsi, che ne dite?

Appuntamento dunque qui:

Reggio Calabria ore 15 piazza Garibaldi
Roma ore 14 piazza del Popolo
Bologna ore 14 piazza XX settembre
Palermo ore 16 via Principe di Belmonte
Torino ore 15 piazza Castello davanti al Palazzo della Regione
Londra ore 14-18 presso 10 Downing Street (Gordon Brown’s Office)
Milano ore 14 piazza Mercanti angolo Duomo
Bruxelles ore 11 davanti all’Ambasciata Italiana in Rue Emile Claus 28
Trento ore 10-18 in via Belenzani tra la chiesa e via delle Orne
Parigi da definire luogo e orario
Siracusa ore 18 davanti Tempio di Apollo
Parma dalle 15 alle 20 la Festa democratica del Popolo Viola in piazza della Steccata
Monaco di Baviera dalle 14 alle 18 a Karlsplazt Stachus sul lato della Karlstor

Mentre ero a Piazza del Popolo con i soliti quattro gatti…

Io Berlusconi lo voglio sconfiggere con un sorriso

Dopo l’ennesimo intervento in cui ha insultato ancora una volta magistrati, giornalisti e corte costituzionale, oltre a chiunque si opponga al suo governo, il cavaliere è stato aggredito da uno psicolabile.

C’era da aspettarsi che accadesse, ma l’unico a cui può giovare un atto di tale idiozia è proprio Berlusconi.

Prepariamoci all’onda mediatica di riprovazione e disprezzo verso chiunque abbia mai pronunciato una parola contro il berlusconismo.

Ma prepariamoci con il sorriso, come abbiamo fatto il 5 dicembre con le nostre sciarpe viola.

Sorridendo, poiché per noi è divertente e bello immaginare di vivere in un Paese con un’informazione libera, con una giustizia e un parlamento che finalmente facciano il proprio dovere senza ostacoli, con un governo che risponda alle emergenze che impediscono un’esistenza serena a tanti cittadini italiani.

Siamo preoccupati, offesi e stanchi, ma non siamo violenti e sappiamo sorridere, poiché gli unici interessati a seminare odio sono coloro che difendono privilegi e impunità cui non possono permettersi di rinunciare.

In un Paese normale…

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In un Paese normale il governo, nel suo esercizio del potere esecutivo, dovrebbe occuparsi di rendere migliore la vita dei suoi cittadini. Dovrebbe occuparsi di questo, seguendo le priorità dettate dal proprio programma politico, condiviso dalla maggioranza che lo ha votato.

In un Paese normale, per approvare leggi di rilievo costituzionale – cioè che modificano in qualche modo lo spirito e lo scritto della Carta fondamentaleoccorre che nel parlamento, che esercita potere il legislativo, si stabilisca un ampio consenso, un consenso molto più esteso della maggioranza di governo. Questa non è di per sé la garanzia che le leggi approvate siano rispettose della Carta, ma riduce (o dovrebbe ridurre) i margini di errore e di parzialità dei provvedimenti.

In un Paese normale, se il governo vuole far approvare una legge di modifica della Costituzione, dovrebbe auspicare – nella logica di collaborazione tra i poteri che bilanciano la vita democratica – che quella legge fosse sottoposta al giudizio del massimo grado del potere giudiziario, la Corte Costituzionale, poiché i giudici componenti della Corte si esprimono a nome e per conto di tutti i cittadini e dei loro diritti.

La legge 124 del 2008Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato”, cosiddetta “lodo Alfanoè una legge che modifica la Costituzione. La modifica in due articoli importanti, ha sentenziato ieri la Corte Costituzionale. Nell’art. 3, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. E nell’art. 138, “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione”.

Se vivessimo in un Paese normale questa legge – che di fatto stabilisce l’immunità per il Presidente del Consiglio – non avrebbe dovuto essere presentata; non avrebbe dovuto essere approvata in Parlamento; infine, non avrebbe provocato l’indignazione di tanti cittadini, un milione dei quali hanno firmato per sottoporla a referendum abrogativo.

Se vivessimo in un Paese normale, non si dovrebbe dare un altro nome a questa legge per cercare di farla approvare, ma si dovrebbe tornare ciascuno ai propri compiti istituzionali. Noi cittadini ne abbiamo bisogno.

Se vivessimo in un Paese normale, sarebbe giusto che Silvio Berlusconi affrontasse i processi in cui è imputato (corruzione in atti giudiziari e reati societari).

Se vivessimo in un Paese normale sarebbe giusto che chi, come il nostro Presidente del Consiglio, ha forzato la mano al governo e al parlamento e costretto il più alto organo della magistratura a respingere una legge per le sue caratteristiche di ingiustizia e di parzialità (legge ad personam), si dimettesse dal suo incarico per difendersi nelle aule di giustizia senza trascinare nel discredito il Paese che rappresenta.

Le risposte che Berlusconi continua a non dare

Anche la Cnn chiede a Berlusconi di dare le risposte che continua a negare ai cittadini italiani.

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