Libero software, e non solo

Oggi ho sottoscritto un patto che si può leggere integralmente qui.
In questo patto, come candidata alle elezioni del Parlamento europeo, mi impegno a:

– incoraggiare amministrazioni e servizi pubblici a utilizzare software libero;
– supportare politiche attive a favore del software libero, opponendomi a ogni discriminazione nei confronti di questo;
difendere i diritti degli autori e degli utenti di software libero, in particolare richiedendo la modifica di ogni norma che indebolisce tali diritti, e opponendomi a ogni iniziativa legislativa che avrebbe questo effetto.

Perché ho firmato?
Perché, come scrivono i fondatori della Free Software Foundation, “il software libero è una questione di libertà, (…) la libertà di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software” (quattro tipi di libertà, per l’esattezza). Queste libertà hanno fatto nascere e sviluppare Internet come un grande laboratorio al quale partecipano attivamente programmatori di tutto il mondo; queste libertà consentono oggi a tutti noi di disporre e di scegliere, modificare e migliorare i programmi che più si adattano alle nostre necessità.
Ma queste libertà consentono anche, per esempio alle pubbliche amministrazioni, di realizzare grandi risparmi e maggiore efficienza nei servizi.
Un esempio positivo lo ha raccontato la trasmissione Report. La Provincia di Bolzano, dopo il passaggio a sistemi aperti, realizza un risparmio sul proprio bilancio di circa un milione di euro l’anno. Inoltre, con la diffusione di software non proprietari nelle 83 scuole di lingua italiana, sono stati distribuiti a tutti gli alunni 20 mila CD contenenti il programma gratuito. Prima spendevano 269 mila euro in licenze; oggi, con 27 mila euro coprono le spese di manutenzione e con 5.000 euro di CD consentono un risparmio notevolissimo anche per le famiglie.

Richard Stallman, il fondatore della Free Software Foundation, sarà a Roma l’8 maggio (qui il programma dell’iniziativa cui parteciperà).