Riduci riusa ricicla

Immagine anteprima YouTube

In molte città e Paesi in Europa e nel mondo sono attivi ed efficaci da anni sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti che hanno dimostrato non solo che è possibile, ma che si possono raggiungere in tempi rapidi risultati straordinari di riduzione, uso diverso e riciclaggio rispettosi della nostra salute, dell’ambiente in cui viviamo, delle nostre tasche.

Abbiamo centinaia di esempi, vicini e lontani, che ci mostrano che si può fare.

Si può:

imparare a ridurre i rifiuti (scegliendo prodotti con meno imballaggi, contenitori riutilizzabili o facilmente smaltibili, incentivando le aziende che confezionano meno e meglio e penalizzando quelle che non lo fanno);

abituarsi a riutilizzare molti oggetti di uso comune, contrastando la pratica dell’usa e getta;

pretendere la raccolta differenziata, preparando le condizioni per il riciclaggio e il recupero di gran parte dei rifiuti e solo al termine procedere allo smaltimento con modalità e in luoghi eco-compatibili.

Città virtuose in tutto il mondo si stanno rapidamente avvicinando al 100% di raccolta differenziata: hanno realizzato questo obiettivo in pochi anni, semplicemente con la consapevolezza che tale emergenza andava affrontata. Le amministrazioni hanno stimolato la partecipazione dei cittadini, previsto e avviato rapidamente programmi di informazione ed educazione, hanno organizzato reti adeguate alla raccolta differenziata, costruito siti tecnologicamente all’avanguardia per separare e recuperare tutto il possibile, smaltire esclusivamente il residuo di questo processo.

A volte, come sta accadendo in Germania, sono stati così rapidi e bravi a realizzare questi obiettivi, che i loro inceneritori ancora attivi funzionano grazie ai rifiuti inviati da Paesi come l’Italia.

Per queste ragioni sabato scorso ho partecipato alla marcia organizzata ad Albano Laziale contro la costruzione del nuovo inceneritore dei Castelli Romani (qui il sito del coordinamento).

Per questo chiedo alla Regione Lazio di essere coerente con le indicazioni del Piano rifiuti del 2008 che indicava, per la raccolta differenziata, l’obiettivo del 50% nel 2011. Siamo oggi lontanissimi da questo risultato: degli oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, meno del 20% sono raccolti attraverso la differenziata stradale.

Per questo ho firmato e vi chiedo di firmare la Proposta di legge di iniziativa popolare della Regione Lazio sui rifiuti, che al primo punto dichiara: “la Regione Lazio ripudia l’incenerimento come mezzo di risoluzione del problema dei rifiuti”.

Impediamo che la gestione dei rifiuti venga ancora una volta appaltata ai privati che speculano sulla salute dei cittadini o alla criminalità organizzata che l’ha resa uno dei suoi business più redditizi.

Smaltire i rifiuti è una necessità, bruciarli non è una soluzione e spesso è una speculazione.